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Al di la della Luna; Beyond the Moon; Astrophotography; Astrofotografia; Danilo Pivato
 
 
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Photo: Danilo Pivato © Copyright: - Images & texts 2019 - All rights reserved
 
 
 
IC 349 - Reflection Nebula in Taurus - Ced 19i ; Barnard's Merope Nebula: Object Coordinates: RAJ2000.0 03h 46m 21.3s - Dec J2000.0 +24° 56' 28" [SIMBAD] - Magnitudine: --.-^ (b); 13.0^ (v), --,-^ (r); Surface Brightness: --.-^ - Object Size: 30"' x 25" [Wikipedia] - Position Angle: 165° - Object Classification: Nb .- Redshift z(~) V (Km/s): -0.000148 - Spectrum: --- Distance: 380 ly [NGC-IC Photographic Catalogue]

Nota anche come la Nebulosa Merope di Barnard, è una piccola nebulosa a riflessione situata - apparentemente - a ridosso, cioè a soli 33" d'arco (!), da una delle quattro componenti più luminose, la più meridionale che formano il famoso quadrangolo di stelle dell'ammasso galattico delle Pleiadi: Merope (23 Tau) nella costellazione del Taurus.

IC 349 venne alla ribalta delle cronache scientifiche giusto 20 anni fa, quando due Astronomi dell'Università delle Hawaii ebbero l'autorità di gestire da terra l'Hubble Space Telescope, in particolare George H. Herbig & Theodore Simon, i quali distribuirono a conseguenza di una loro ricerca, parte del risultato sul web (GHOSTLY REFLECTIONS IN THE PLEIADES) condensando la parte figurativa del loro lavoro in una splendida fotografia a colori, frutto di una lunga esposizione a banda larga eseguita con la Camera 2 Wide-Field dell'Hubble Telescope il 19 settembre del1999. In questa fotografia (foto sotto a destra) ottenuta con una risoluzione mai raggiunta da nessun altro telescopio posto sulla Terra,

 

 

è possibile vedere la reale forma di IC 349 con la stella Merope appena al di fuori dal campo in alto a destra dell'immagine. In questa fotografia si vede molto bene la struttura filiforme della nebuosa Merope di Barnard. Come sempre avviene in questi casi, Herbig e Simon a risultati ultimati proposero l'interessante aspetto teorico che inserisce la Nebulosa IC 349 in avvicinamento a Merope, la cui forte luce stellare che brilla sulla polvere della nebulosa ne rallenterebbe le particelle stesse di polvere. I due fisici chiamarono questo fenomeno con il termine di: "pressione radiante".

Si tratta dunque di una nebulosa a riflessione, formata da gas e polveri a bassa temperatura che non emettono luce propria, un affascinate esempio di condensazione fredda, densa e molto piccola del mezzo interstellare. Morfologicamente sembra avere una forma approssimativamente pentagonale con un nodo luminoso più vicino alla stella Merope. Questo nodo è stato osservato quale prova di una protostasi incorporata. Ulteriori ricerche nel vicino infrarosso di IC 349 non hanno però mostrato alcuna evidenza di una protostella incorporata nel nodo luminoso, evidenziando soltanto una dispersione di luce dipendente dalla lunghezza d'onda coerente con la presenza di particelle di polvere molto fini. L'analisi del movimento spaziale della nebulosa inoltre ci indica che essa non condivide ne la velocità e ne la direzione con l'ammasso di stelle delle Pleiadi, suggerendo pertanto un incontro casuale fra gli oggetti coinvolti. La piccola nebulosa è visibile solo perché viene illuminata dalla vicina stella. IC 349 dista da Merope appena 0,06 anni luce, una distanza equivalente a circa 3500 volte la distanza che separa la Terra dal Sole!

 

LA SCOPERTA

IC 349 fu scoperta visualmente dal grande astronomo americano: Edward Emerson Barnard il 14 novembre del 1890 che la descrisse come "...una nuova e relativamente brillante nebulosa cometaria a sud di Merope". La vide per la prima volta con il rifrattore californiano dell'Osservatorio di Lick da 36" anche se poi, in seguito, la osservò nuovamente anche con il rifrattore da 12" che in quel periodo usava maggiormente. Di seguito si riportano gli appunti originali proprio di quell'osservazione:

"...Il 14 novembre, mentre esaminavo l'ammasso delle Pleiadi, ho scoperto una nuova e relativamente brillante nebulosa cometaria a sud di Merope; ogni precauzione è stata presa per dimostrare che non si trattava di un riflesso fantasma di Merope, esaminando le altre stelle del gruppo, sotto il stesse condizioni. E' stata vista diverse volte e l'8 dicembre l'ho vista anche se con una certa difficoltà con il telescopio rifrattore da 12 pollici, occultando la stella Merope con un filo micrometrico situato nell'oculare: con il grande telescopio la nebulosa può essere vista abbastanza bene anche con la presenza nel campo di Merope, mentre senza alcun dubbio è molto più evidente quando Merope è posizionata appena al di fuori del bordo del campo oculare. La nebulosa ha un diametro di circa 30" ed è di tredicesima magnitudine; gradualmente più luminosa al centro e di aspetto cometario. E' stata osservata con poteri d'ingrandimento pari a: x300, x520 e x1500..."

L'astronomo britannico Charles Pritchard tuttavia il 23 Febbraio 1893, contestò la scoperta di E. E. Barnard, sostenendo di aver scoperto da solo la nebulosa su una lastra fotografica ottenuta a Oxford il 29 gennaio 1889. Sherburne Wesley Burnham però concordò con la stima di E, E. Barnard e sull'importanza della nebulosa, definendola "...molto più interessante di qualsiasi altra nebulosa scoperta sino ad allora nelle Pleiadi e uno degli oggetti più singolari del cielo." Di li a poco, John Louis Emil Dreyer inseriì con la sigla di IC 349 la nebulosa nella prima versione del suo catalogo: Index Catalogue. Come è successo in passato negli ambienti accademici dell'Astronomia le scoperte di un certo rilievo spesso hanno trascinato dietro di se molte diatribe che hanno caratterizzato la magnifica epopea degli anni d'oro della ricerca astronomica di fine '800, ma anche attuale (Observing and Cataloguing Nebulae and Star Clusters - W. Steinicke).

 

LA FOTOGRAFIA

Sino a pochi anni or sono riuscire ad ottenere un'immagine fotografica di IC 349 era estremamente difficoltoso e complesso. La preponderante luce emessa dalla stella Merope che ricordo essere di 4,2^ (v) magnitudine, la stessa vicinanza della nebulosa unita alla necessità di eseguire lunghe esposizioni per riprodurla correttamente, creava sull'emulsione chimica un disco stellare di Merope di dimensioni tali da inghiottire all'interno della centrica la piccola nebulosa. Per riuscire nell'intento si usava impiegare nel secolo scorso, telescopi di grandi dimensioni situati in siti dove la calma atmosferica potesse influire positivamente sull'esito del risultato. Infatti (foto a sinistra) una tra la migliori immagini di IC 349 ottenuta prima dell'avvento del Telescopio Spaziale è quella eseguita con il KPNO Mayall 4-Meter Telescope Cassegrain del Kitt Peack National Observatory il 2 Novembre del 1973. Questa fotografia abbraccia un campo apparente di 155" x 120" e mostra la stella Merope e, subito sotto, la piccola Nebulosa IC 349. Il tempo di posa per questa foto fu di ben 45 minuti! Lo stesso Robert Burnham Jr. nella sua famosa trilogia (Burnham's Celestial Handbook) non fa alcun cenno di IC 349, proprio a sottolinearne la difficoltà nell'osservzione visuale e in fotografia, come anche gli stessi George Robert Kepple & Glen W. Sanner nel loro libro: "The Night Sky Observer's Guide".

Dalle lastre della gigantesca rassegna del DSS che ricordo sono state ottenute per mezzo delle emulsioni chimiche tramite il telescopio Oschin, lo Schmidt di Mt. Palomar da 1,22 metri, nella corrispettiva lastra del Blue non è possibile evidenziare alcuna traccia della IC 349; le striature della principale nebulosità di NGC 1435 (Merope Nebula) ne impediscono la visibilità, occultandola inesorabilmente. Passando alla lastra del rosso, abbassando considerevolmente il contrasto, s'individua una protuberanza rispetto alla centrica di Merope, tale protuberanza è la nostra nebulosa. Occorre invece passare alla lastra dell'infrarosso (XI+IS) per avere della IC 349 un'immagine ben staccata della nebulosa.

Per quanto riguarda invece l'immagine animata riprodotta in alto all'inizio della pagina essa rappresenta il risultato di una composizione formata da due inquadratura sovrapposte di cui, quella di fondo, raffigura la parte più meridionale dell'ammasso galattico delle Pleiadi (Il Nord è in alto e l'Est a sinistra), in particolare le stelle: Alcyone (in alto a sinistra), Merope (in basso al centro) ed Elettra (in alto a destra). Si è trattato di un singolo scatto realizzato la notte del 3 gennaio 2019 con un teleobiettivo Nikon da 500mm di focale aperto a f/5,6, tramite una reflex DSLR Nikon d810a impostata a 200 ISO, da Roma. Il tempo di esposizione è stato di 30 secondi, mentre l'inquadratura altro non è che un crop del 75% circa dell'immagine totale.

La sovrapposizione "lampeggiante" invece, è un'immagine gentilmente concessa dal Capella Observatory anch'essa abbastanza recente (29 gennaio 2009), ottenuta tramite un telescopio Hypergraph da 60cm di diametro e lunghezza focale 4940mm con ccd SBIG STL-11000M, opportunamente ridotta e orientata alla stessa identica scala di quella del fondo ottenuta con il teleobiettivo Nikon da 500mm di focale. A destra, e anch'essa "lampeggiante", è l'ingrandimento di circa 4 volte. Questo per dimostrare che la IC 349 è stata, probabilmente per la prima volta, ripresa tramite un teleobiettivo da 500mm di focale.e una reflex DSLR. Nell'immediato futuro è probabile si proverà a riprendere la Nebulosa Merope di Barnard con gli altri telescopi in dotazione.

Dal mio archivio fotografico personale compiuta una ricerca è emersa una seconda fotografia che ritrae la IC 349 la quale, opportunamente elaborata, ha permesso l'identificazione della piccola nebulosa. La foto risale al 29 dicembre del 2018 ed è stata inserita, quale ulteriore documentazione, qui. Vista l'estrema semplicità nel catturare questa piccola e intrigante nebulosa l'invito, rivolto a tutti è quello d'ispezionare accortamente tutte le fotografie realizzate all'ammasso stellare delle Pleiadi ottenute con le più recenti reflex DSLR, perchè quasi sicuramente ci sarà traccia della Nebulosa Merope di Barnard!

 
 
 

 

 
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