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Al di la della Luna; Beyond the Moon; Astrophotography; Astrofotografia; Danilo Pivato
 
AStrum 2009: Astronomia & Strumenti
Il patrimonio storico italiano quattrocento anni dopo Galileo

 

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  4.S.01 - Sestante mobile - Jacques Canivet, Parigi - 1765  
 
4.S.02 - Cannocchiale acromatico - George Dollond - Londra 1815
Il Sestante è così chiamato in quanto la dimensione dell'arco corrispondente equivale a un sesto di cerchio, cioé 60°. Era utilizzato per misurare le distanze angolari tra gli astri, in particolare delle stelle dalla Luna per effettuare determinazioni di longitudine. Nello strumento qui raffigurato, uno dei primi ad essere utilizzato nell'Osservatorio di Brera (Milano), l'asse verticale del treppiede termina con uno snodo per permettere la rotazione attorno alla verticale e attorno all'asse orizzontale qui innestata. Lo strumento poteva essere quindi bloccato con qualsiasi inclinazione. Il sestante era dotato di due telescopi fissi, ora perduti, scorrevoli lungo il lembo, uno per le osservazioni di stelle vicine allo zenit, l'altro per le stelle vicine all'orizzonte.
Nella tipica dotazione strumentale di un Osservatorio del XVIII secolo non mancavano i telescopi rifrattori (aventi cioè come obiettivi delle lenti). Questo cannocchiale in montatura altazimutale (con movimenti in direzione orizzontale e verticale) era utilizzato con opportuni oculari, sia per osservazioni astronomiche che terrestri. Faceva parte della dotazione originale della Reale Specola di Capodimonte nella città di Napoli. Questo rifrattore fu realizzato dall'ottico George Dollond (1731-1852), il quale ereditò il cognome dallo zio Peter, filgio del più celebre John Dollond (1706-1761), detentore del brevetto dell'obiettivo acromatico. Il tubo ottico, il treppiede di sostegno e le aste per i movimenti micrometrici sono in mogano; la montatura è in ottone.

 

 

 

           
 
4.S.04 - Sestante - Jesse Ramsden - Londra 1787
 
 

4.S.05 - Telescopio Equatoriale (Macchina Parallattica) - Reichenbach e Utzschneider, Monaco 1814

Strumento astronomico di uso nautico, generalmente utilizzato per determinare in mare la latitudine, mediante misure di altezze del Sole o delle stelle, e la longitudine, mediante l'osservazione delle distanze angolari delle stelle dalla Luna. Esso è formato da una struttura metallica a forma di settore circolare di circa 60° (da cui il nome "Sestante") sul cui lembo scorre, imperniato nel centro della circonferenza corrispondente, un raggio mobile, chiamato "alidata", dotato di nonio. All'alidata è solidale uno specchio piano, perpendicolare al piano del cerchio, mentre nel raggio da cui ha origine la graduazione è fissato un piccolo cannocchiale, puntato in direzione di una lastrina di vetro, solidale all'altro raggio fisso. Questo esemplare, realizzato dal celeberrimo costruttore di strumenti astronomici Jesse Ramsden, è in ottone con manico in mogano, fu utilizzato da Giuseppe Piazzi per determinare la latitudine di Palermo.
La Macchina Parallattica era uno strumento destinato all'osservazione degli astri al di fuori del meridiano, nel corso del loro moto da oriente a occidente. La Macchina è composta da un cannocchiale acromatico e dai circoli orario e di declinazione facente parte delle coordinate equatoriali. In questo strumento il telescopio ha 83mm di apertura e 120 cm di lunghezza focale; i circoli hanno entrambi diametro di 74 cm e la scala graduata, su placca d'argento, riporta la divisione di 4" in 4"; due noni a linguetta consentono di aumentare la precisione della misura. Il reticolo ha un unico filo orario, oltre quello di declinazione, ed è minuto di un micrometro filare per misurare le piccole differenze di declinazione. Il telescopio fu acquistato da Federico Zuccari nel 1814 all'epoca direttore della Specola di S. Gaudioso. Con questo strumento tra il 1849 e il 1865 Annibale De Gasperis scoprì nove nuovi pianetini, che gli valsero il conferimento della medaglia d'oro da parte della Royal Astronomical Society.

 

 

 

           
 
4.S.06 - Micrometro - George Dollond, Londra 1830
 
 
5.S.01 - Cerchio Meridiano - Reichenbach, Monaco 1814
Il micrometro è un accessorio indispensabile nella dotazione astronomica, poiché serve a misurare le distanze degli oggetti nel campo visivo del telescopio. I più comuni erano micrometri filari o bifilari nei quali un reticolo a fili mobili, azionati da viti a passo graduato, permetteva di misurare la separazione angolare tra gli astri. Quello raffigurato in foto è un micrometro del tipo a immagine spezzata: due porzioni semicircolari della stessa lente scorrono una sul bordo dell'altra tramite una manopola collegata ad una scala graduata. Quando i centri delle due porzioni coincidono, formano una unica lente e un'unica immagine. Donato all'Osservatorio di Capodimonte nel 1878,era in dotazione al telescopio equatoriale di Dollond.
Inventato dal danese Olaf Romer (1644-1710) nel 1704 il cerchio meridiano è una versione più evoluta dello strumento dei passaggi e, nel corso del XIX secolo, divenne lo strumento astrometrico per eccellenza. Ha uno o due cerchi graduati ed è possibile invertire lo strumento per effettuare una doppia lettura dei cerchi, riducendo in tal modo l'errore. Lo strumento ruota sul piano del meridiano locale, intorno ad un asse fisso orizzontale allineato alla direzione Est-Ovest. Tramite la lettura della scala dei due cerchi verticali si effettuano le misure di declinazione degli oggetti celesti. L'ascensione retta si determina registrando l'istante in cui l'immagine della stella interseca il filo verticale del micrometro che rappresenta il meridiano celeste. Lo strumento in mostra faceva parte della dotazione originaria dell'Osservatorio di Capodimonte e fu utilizzato a partire dal 1827.

 

 

 
 
 
 
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